L’associazione culturale Neoartgallery, presenta
Italia, passato e futuro
le arti come ponte tra memoria e innovazione
Sculture e Installazioni di Saverio Marrocco a cura di Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi
Il passato è il prologo. La tempesta, William Shakespeare
CAMERA DEI DEPUTATI SALA DEL CENACOLO COMPLESSO DI VICOLO VALDINA VICOLO VALDINA, 3/A 00186 ROMA WWW.CAMERA.IT
Apertura Martedì 17 giugno 2025 ore 11.30
Inaugurazione Mercoledì 18 giugno 2025 11.30
L’ingresso è consentito entro le ore 11:15
fino a capienza della sala con obbligo di giacca per i signori
La mostra prosegue dal 18 al 21 giugno 2025 Dalle ore 11 alle 19.30
Nel giorno dell’inaugurazione Mercoledì 18 giugno 2025 11.30 sarà offerto un cocktail accompagnato da prodotti tipici dei castelli romani
L’evento è realizzato anche grazie a Claudio Giulianelli dell’associazione Culturale MegaArt
Immagine Coordinata a cura di Stefano Ferracci – Tangram Gallery
Fotografie di Massimo Di Soccio
L’Italia, grazie al suo ricchissimo patrimonio artistico e culturale, è, nel mondo, il ponte tra il passato e il futuro. Le arti, nelle loro molteplici espressioni, non solo raccontano la storia italiana, ma offrono anche la chiave per immaginare e costruire un futuro condiviso. In questa prospettiva si collocano le sculture di Saverio Marrocco, la cui poetica artistica amalgama materiali, simboli e forme per stimolare una riflessione profonda sull’identità italiana e sulle sue radici.
Le opere in metallo di Marrocco evocano un dialogo tra la solidità della memoria e la dinamicità dell’interpretazione contemporanea. L’installazione dell’Italia tricolore, con uno sfondo a specchio, invita ogni individuo a riconoscersi come cittadino attivo e parte integrante della nazione. Nello specchio, il pubblico si identifica, si immedesima e ritrova lo slancio per affrontare il presente, riscoprendo un senso di appartenenza spesso trascurato.
Le sagome metalliche, piegate o distese, rappresentano simbolicamente il cittadino, molte volte anonimo e silenzioso, ma sempre portatore di una forza interiore capace di migliorare le sorti del Paese. La maestosa aquila in bronzo con le ali spiegate, richiamo evidente a uno degli emblemi della civiltà romana, richiama il passato glorioso che ha lasciato un’eredità di architetture, reti stradali, codici e modelli organizzativi che ancora oggi sono alla base e plasmano il vivere comune.
Una delle opere più suggestive e ricche di simbolismi è la scultura rotante del DNA, dove l’artista celebra l’inclinazione innata degli italiani verso il bello e il meglio. Questa tendenza, radicata nel profondo, ha generato un patrimonio artistico e culturale che ha reso il “Made in Italy” sinonimo di eccellenza ovunque.
Simbolica e di forte impatto è anche la grande sfera che abbatte il muro, metafora delle difficoltà e delle divisioni che il popolo italiano ha saputo affrontare e superare. In questa scultura si legge la generosa e innata forza degli italiani davanti alle grandi sfide e la loro capacità di mantenere vivo il sogno, simboleggiato nella riproduzione del palloncino a forma di cuore del celebre murale di Banksy.
A chiudere questo viaggio artistico è la grande sagoma, in stile cubista, un volto di oltre due metri, realizzato in lucido acciaio e vetro di Murano. Con i suoi colori scintillanti, quest’opera è un omaggio alla bellezza radiosa dell’arte italiana, celebrata da secoli attraverso i volti femminili. Da Monna Lisa di Leonardo alla Primavera di Botticelli, dalla Fornarina di Raffaello alle donne ritratte da Boldini, Corcos e Modigliani oltre alla fotografia di Federico Patellani che con un volto di donna ha dato corpo all’immagine della nascente Repubblica italiana. Per Marrocco le donne hanno incarnato l’essenza di un’estetica che parla al cuore del mondo, per questo le sue proposte offrono una narrazione profonda e simbolica dell’Italia, intrecciando storia, identità e aspirazione. Nelle opere risuona un messaggio universale: il passato non è un semplice bagaglio da custodire, ma un trampolino per slanciarsi verso il futuro. L’arte, con la sua capacità di unire bellezza e pensiero, diventa quindi il filo conduttore che ci ricorda chi siamo stati e ci ispira a immaginare chi potremo diventare. L’Italia, con le sue infinite risorse culturali e la sua capacità di trasformare le difficoltà in opportunità, rimane un faro di innovazione, memoria e creatività nel panorama globale.
Roma, giugno 2025 Ferdan Yusufi
Il fabbro è un artigiano che possiede maestria tecnica nella lavorazione dei metalli, specialmente del ferro. Tuttavia, alcuni fabbri trascendono la mera funzionalità del loro lavoro per creare opere d’arte che vanno oltre la semplice utilità pratica. I fabbri sono sia artigiani che artisti, poiché uniscono competenze manuali e tecniche con una visione creativa e estetica, la quale, per essere fruibile sempre degli arti, che “concretizzano”, ha necessità. La vera distinzione tra un fabbro artigiano e un fabbro artista sta nella creatività e nell’originalità della sua produzione.
L’arte e l’artigianato spesso si intrecciano, creando opere che richiedono sia la creatività e la visione dell’artista, sia la maestria tecnica e la precisione dell’artigiano. In molti casi, per realizzare opere d’arte di grande impatto e significato, è necessario essere grandi artigiani, capaci di unire competenze manuali e artistiche in un’unica creazione. Michelangelo Buonarroti, celebre, immenso e imparagonabile artista del Rinascimento italiano, è noto per la sua straordinaria abilità sia come scultore che come pittore. Le sue sculture in marmo, come il Mosè, il David e le “Pietà”, sono esempi eclatanti di come l’arte e l’artigianato si fondono insieme. Michelangelo non solo aveva una visione artistica straordinaria, ma possedeva anche una padronanza tecnica degli strumenti per la lavorazione del marmo di cui era anche assoluto conoscitore, che gli permetteva di trasformare blocchi grezzi in opere d’arte senza pari. La sua abilità artigianale era essenziale per portare alla vita le sue visioni scultoree. Allo stesso modo Frank Lloyd Wright, famoso architetto americano del XX secolo, è noto per la sua visione innovativa e organica dell’architettura. Le sue opere, come la Fallingwater in Pennsylvania – la casa sulla cascata -, sono esempi di come l’arte e l’artigianato si fondono per creare architetture iconiche. Wright non solo aveva una visione artistica unica, ma era anche un maestro dell’ingegneria e della costruzione, aveva capacità manuali/pratiche indispensabili per realizzare le sue visioni architettoniche con una precisione e una bellezza straordinarie. Essere grandi artigiani è spesso una condizione necessaria per realizzare opere d’arte che lascino un’impronta duratura nella storia e nella cultura umana.
Con l’ esposizione “ Italia, passato e futuro” , Marrocco invita a riflettere sul significato e sull’importanza del lavoro, dell’artigianato e dell’arte nel contesto nella nostra Italia. La sua opera non solo celebra la Repubblica italiana ma ne suggerisce, come gli artisti sanno fare, anche un profondo pensiero sul suo ruolo attuale e futuro nella geopolitica europea e internazionale.
Giorgio Bertozzi Fonte Nuova giugno 2025
Palazzo Valdina
La Storia
Il Complesso di vicolo Valdina, a poche decine di metri da palazzo Montecitorio ha una storia ormai millenaria, è sorto, infatti in epoca paleocristiana nel cuore del Campo Marzio come piccolo convento di monache basiliane raccolte intorno all’oratorio di S. Gregorio Nazianzeno. Esso ha subito attraverso i secoli notevoli trasformazioni, dal nucleo altomedievale sovrastato dal campanile romanico, alle sovrapposizioni tardo rinascimentali e barocche, fino ai restauri ottocenteschi. Nel 1870, quando gran parte degli edifici degli ordini religiosi passarono al demanio dello Stato, il convento venne parzialmente adibito a deposito dell’Archivio di Stato.
Negli anni Settanta di questo secolo fu acquisito dalla Camera dei deputati, che con un radicale restauro ne ha ripristinato i volumi originari ed ha riportato alla luce affreschi di scuola bizantina e decori. La scelta di una sede fuori del palazzo Montecitorio, ha segnato per la Camera una svolta: trasferendo alcune funzioni in un’area prossima ma non limitrofa, si è passati dalla concezione del “palazzo” a quella della “città politica”, aperta anche – per alcuni spazi – all’utilizzo di tutti.
La sala del Cenacolo. Ne risulta valorizzato il lungo corridoio ai bordi del chiostro, delimitato da una fuga di colonne ottagonali. In questa zona sono stati fedelmente ricostituiti in alto gli spazi per le luci e ripristinati i pavimenti. Particolare cura ha richiesto il restauro della sala del refettorio conventuale, caratterizzata dall’ampia volta con cappuccine e stucchi, con una serie di affreschi settecenteschi e, sullo sfondo, la pittura del Cenacolo di origine cinquecentesca. Il Cenacolo è destinato a spazio culturale, aperto a Convegni e iniziative culturali anche esterne alla Camera, così come la sala dell’ antica Sacrestia.