Nicola Morea

I segni e le scritture di Nicola Morea

L’ansia di ricerca di Nicola Morea appare inesauribile. il momento stesso in cui si è presa coscienza critica di una qualche maniera di esprimersi ecco che saltano parametri e giudizi di riferimento perché un nuovo itinerario è emerso tra le prospettive sino ad allora utilizzate. Un nuovo sentiero di nidi di ragno per dirla alla Calvino è stato individuato nell’immaginifico viaggio attraverso la natura e per la natura. Sicché se – l’ impatto cromatico riferito ad elementi naturalistici, le siepi, i campi di grano, gli splendori dell’alba o la ricchezza opulenta dei tramonti si manifesta in tutta la varietà delle espressioni della tavolozza, in questa rassegna appaiono altri elementi di inquietudine e di indagine. Sono i segni attraverso i quali nel dipinto intervengono frantumazioni di superfici rimaste senza colore, impaginazioni singolari attraverso le spirali in cui il segno si colloca egregiamente accanto al colore, i ghirigori di dinamismi espressivi si coniugano bene con l’atmosfera magica che deriva e nasce proprio dall’uso disinvolto del colore. Il tutto-colore diventa tutto-segno. Il segno si inserisce nel colore, lo aggredisce, lo mutila, e fa sorgere altre superfici, altre dimensioni che rimangono stavolta intonse in un gioco che non può avere fine. Perché creatività e fantasia procedono insieme alla ricerca delle meraviglie concettuali che derivano perfino da uno spirito razionale. Le eliche del DNA sono in agguato. La Chioma di Berenice fluttua negli spazi siderali con il soffio del grande vento che mai cessa. Nicola Morea continua a cercare, irrequieto ed inquieto come un alchimista medievale che sarebbe piaciuto ad Umberto Eco. Con lui la mostra che merita di essere vista. Corriere del giorno – Bari